A pochi giorni dalla ricorrenza liturgica di San Vincenzo de’ Paoli (che cade il 27 settembre) e nell’anno in cui ricorrono i 100 anni di attività della Casa Vincenziana di via Primo Tatti, impegnata nell’accoglienza di tante fragilità e bisogni della città di Como, il Vescovo, cardinale Oscar Cantoni, ha celebrato la Santa Messa, martedì 23 settembre, alle ore 17.00, nella chiesa del Gesù di Como.
Qui di seguito la traccia dell’omelia del Vescovo.
Sono lieto di essere qui e ringrazio per l’invito a celebrare l’Eucaristia in questa chiesa, animata dai Padri Vincenziani. Li ringrazio di cuore per la loro preziosa presenza e per il dono carismatico loro proprio, che trasmettono alla nostra Chiesa e con cui la vivificano. A questo serve la vita consacrata: un inserimento naturale per vivacizzare, con la propria tradizione e con la originale storia di santità, il tessuto ordinario di ogni Chiesa diocesana.
Siamo riuniti questa sera a celebrare l’Eucaristia in una giornata significativa per i padri di questo Istituto religioso.
Oggi, infatti, è giorno in cui si fa memoria della ordinazione sacerdotale di san Vincenzo de’ Paoli, fondatore della Congregazione della missione (i Lazzaristi), delle dame della Carità e delle Figlie della carità san Vincenzo de’ Paoli. La Società di san Vincenzo de’ Paoli fu fondata nel 19mo secolo da Federico Ozanam.
San Vincenzo fu ordinato sacerdote nel 1600 a soli 19 anni di età. Riunirà poi attorno a sé una schiera di sacerdoti che incarnano il suo carisma, caratterizzato da semplicità, umiltà, mansuetudine, mortificazione e zelo per la salvezza delle anime.
Questo stile, che riflette in pieno la figura del buon Pastore, diventa un modello guida per la formazione dei futuri sacerdoti. Ogni presbitero può giovarsi delle raccomandazioni che san Vincenzo ci ha lasciato, in vista di una presenza sacerdotale incisiva per accompagnare nella fede quanti sono alla ricerca di come seguire Gesù e vivere la fede cristiana nel mondo di oggi.
I sacerdoti sono nella Chiesa fratelli tra fratelli, ma anche i padri, inviati dal Signore per essere guida e sostegno della vita spirituale dei membri del popolo di Dio.
I fedeli a loro volta possono accompagnare con la preghiera i loro sacerdoti perché siano fedeli Custodi del gregge loro affidato. Pregate anche perch il Signore, nella sua bontà, invii nuovi operai nella sua messe).
Tutti noi siamo chiamati, qualunque vocazione viviamo, a tradurre al vivo lo spirito delle Beatitudini, la grande magna carta del cristianesimo.
Nelle Beatitudini è infatti compendiato tutto il vangelo, e ciascuno può rispecchiarsi nelle singole acclamazioni per verificare la propria vicinanza o la distanza che ancora ci separa da questo progetto evangelico.
E mentre le singole beatitudini vengono elencate, possiamo riconoscere all’interno di esse, il ritratto vivo di Gesù, il migliore interprete delle beatitudini, che Egli ha vissuto in profondità, prima ancora che fossero proclamate.
Ricordiamo con gratitudine quanti abbiamo conosciuto come persone che si sono distinte tra noi perché ispirate alle beatitudini e ce le hanno presentate al vivo, mediante la loro coerenza di vita.
Ci aiuti il Signore a fare delle Beatitudini il nostro progetto di vita, adattato alle circostanze sempre mutevoli della nostra vita, occasioni di grazia attraverso le quali tendere alla santità.
Oscar card. Cantoni