Esequie diacono Diego Busi

Si è addormentato nel Signore il diacono Diego mentre i suoi confratelli diaconi, riuniti domenica pomeriggio con il vescovo in seminario, pregavano per lui. Ecco un esempio immediato della comunione dei Santi, che ci lega intimamente e fa di noi una sola famiglia. Abbiamo ricevuto la notizia della sua morte con dolore, ma anche con la consolazione di averlo fraternamente raccomandato al Signore proprio nell’ora in cui Diego è stato chiamato alla pienezza della vita.

Ora presentiamo anche noi, riuniti in questa santa assemblea, la nostra umile preghiera perché il Signore lo accolga nel suo paradiso, condizione attraverso cui si può partecipare, come dice la Scrittura, al ” banchetto di grasse vivande’, cioè sperimentare uno stato ottimale e permanente di gioia e di amore, al quale ogni discepolo del Signore aspira di vivere in pienezza.

In questa giornata, in cui viviamo con tutta la Chiesa la commemorazione dei defunti, ci sentiamo anche noi tutti teneramente amati dallo stesso padre comune, cosi da gridare a lui con confidenza filiale: “Abba’, padre!”

È lo stesso Spirito Santo che ci suggerisce con quale atteggiamento rivolgerci a Dio, come vivere una speciale confidenza con lui, avendo condiviso il. Mistero pasquale, la stessa sofferenza di Cristo, come si é manifestata dentro la storia di ciascuno di noi.

Diego ha vissuto il suo cammino diaconale aiutando i membri della nostra Chiesa a comprendere a poco a poco e ad accogliere l’identità e la missione del diacono, pazientemente elaborata e messa a fuoco in questi anni.

Egli è stato uno dei primi diaconi permanenti della nostra diocesi. Questa novità apportata dalla Chiesa, frutto delle intuizioni del Concilio, iniziata da noi nell’ anno 1997, gli è costata non poche sofferenze da parte di chi ha interpretato con fatica la presenza di questo nuovo ministero ordinato, nella forma che comprende anche persone già sposate, non ne ha compreso la valenza storica e ha esitato nel riconoscere il diaconato permanente come un vero dono di Dio.

Con molta umiltà e in totale obbedienza, Diego si è inserito nelle parrocchie che gli sono state indicate, a Verceia, prima, e ad Abbadia Lariana, poi, in spirito di servizio, cosi da indicare con i fatti come si manifesta la vocazione diaconale, in piena e cordiale collaborazione con i presbiteri e in una leale intesa con i laici e le laiche.

Nel vangelo appena proclamato il Signore Gesù si lascia riconoscere nei fratelli più poveri e deboli, quelli cioè che sono considerati spesso dalla società come uno scarto.

Il diacono è posto all’interno della comunità cristiana come un modello di accoglienza piena di questi fratelli e sorelle più poveri, che sono la carne stessa di Cristo, perché tutti i suoi discepoli siano stimolati nel divenire esperti nel servizio di accoglienza e di piena solidarietà con questi ultimi.

È la condizione di qualunque discepolo di Gesù, ma fa parte della missione specifica di chi esercita il ministero diaconale poterla rappresentare al vivo, cosi che a tutti sia ricordato questo comune impegno, condizione essenziale perché il Signore possa rivolgersi a ciascuno di noi con questo gioioso invito: “Venite, benedetti dal Padre mio”.

Grazie, caro diacono Diego, per il tuo servizio diaconale, per il tuo esempio di concreto e amorevole inserimento nella nostra Chiesa, a cui hai partecipato con entusiasmo convinto e con piena dedizione.

Grazie infine per la piena accettazione della sofferenza in questo tuo ultimo periodo, del tuo abbandono confidente alla volontà del Padre.

Ci sei di esempio perché ciascuno di noi si senta partecipe e responsabile nel costruire una Chiesa missionaria, sinodale e ministeriale, cosi come è emersa dal Sinodo che abbiamo appena celebrato. Continua ad assicurarci dal cielo la tua preghiera, perché diventiamo tutti un riflesso luminoso del Signore all’interno della nostra storia, testimoni e annunciatori della misericordia di Dio.

Oscar Card. Cantoni

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