Giornata del malato 2023

Celebriamo la S. Messa nella giornata mondiale del malato in questa grande casa di cura, l’Ospedale S. Anna, espressione significativa dell’impegno quotidiano di una comunità impegnata nel prendersi cura dei malati di questo territorio.

Innanzitutto, un ringraziamento a tutti gli operatori che si impegnano diligentemente nell’assistenza medica a vari livelli di competenze e di responsabilità, in un ministero, quindi, che impegna operatori sanitari e sociali, sacerdoti e volontari, nonostante le difficoltà e le urgenze di vario genere che si presentano e che sono note.

Al centro delle attenzioni e delle cure non può essere il profitto, ma i malati che si susseguono, considerati tutti preziosi, con la medesima dignità, non classificati perciò come numeri, o semplici casi, ma chiamati per nome, considerati alla luce di una storia personale, originale e unica alle spalle; tutti, come noi, accolti e riconosciuti nella loro fragilità e debolezza.

Queste due realtà ci accomunano, perché così è costituita la nostra umanità, a livello fisico, psichico e spirituale. La malattia è una esperienza di tutti noi, fa parte della nostra condizione umana. Ed è che proprio quando ci sentiamo deboli e fragili, che abbiamo bisogno della presenza amorevole di familiari, di volontari che si impegnano a fare in modo che i malati non si sentano abbandonati e soli. Occorre che persone amiche possano prendersene cura, capaci di attenzione compassionevole, a imitazione dello stesso stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza. È uno stile che vuole interrompere il pericolo dell’indifferenza e dello scarto, di chi pensa di avanzare come se non avesse a che fare con sorelle e fratelli. Non possiamo permetterci di edificare una società fondata sull’ esclusione, ma sul tanto auspicato “bene comune”. Un auspicio da rendere evidente nei fatti, nella misura in cui tutti ci facciamo realmente prossimi, capaci di rialzare e riabilitare l’uomo caduto. Così ci insegna il nostro papa Francesco: “Siamo stati fatti per la pienezza, che si raggiunge solo nell’amore. Vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile”. Impegniamoci tutti a tessere piuttosto legami personali, ecclesiali e civili di fraternità.

Tutto questo affidiamo alla intercessione di Maria, Salute degli infermi.

Oscar card. Cantoni

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