Cari membri della famiglia parrocchiale di Albiolo,
Considerate come un vero dono del Signore la venuta tra voi del vostro nuovo parroco, don Giorgio Cristiani, che già conoscete e che già avete avuto modo di apprezzare. Non si tratta di un funzionario, ma di un pastore. Il funzionario svolge un ruolo ben preciso, ha un compito determinato, un orario circoscritto e spesso anche vissuto con un certo distacco.
Un pastore, invece, è innanzitutto un condiscepolo del Signore, disposto a entrare in una relazione diretta con tutto il santo popolo di Dio, per condividere la fede nel Signore Gesù ed aiutarvi ad esprimerla dentro una esperienza comunitaria, quale è la parrocchia, un vero e proprio cammino di famiglia, in cui esprimere da vicino, e intensamente, gioie e dolori. Un pastore, inoltre, è un inviato, quindi un rappresentante che rende presente e associa questa Comunità alla grande Famiglia diocesana, di cui anche voi fate parte.
La parrocchia non può essere autocefala, come se fosse un arcipelago, ma è espressione di un cammino di fede e di carità compiuto nel tempo, segno di una Comunità più vasta, il Vicariato, innanzitutto, e quindi pienamente inserita nell’intera nostra Diocesi, con cui già vivete in comunione di preghiera e di intenti. Un pastore, inoltre, si inserisce umilmente all’interno del vostro cammino. La storia della parrocchia di Albiolo non comincia dall’arrivo del nuovo parroco.
Don Giorgio non farà che riprendere, sviluppare, approfondire la vostra esperienza ecclesiale, come si è realizzata lungo tempo, con l’animazione pastorale dei vostri precedenti parroci, in modo particolare di don Alberto Fasola, che tutti ricordano con affetto e gratitudine. Certo, don Giorgio porterà del suo, frutto della sua umanità, ricco della esperienza pastorale, compiuta nelle parrocchie nelle quali è stato inviato precedentemente, con la sensibilità pastorale che lo contraddistingue, frutto dei doni che il Signore, Pastore dei pastori, gli ha elargito.
Vi auguro di stabilire presto una bella sintonia con don Giorgio, cosi da realizzare insieme, con l’aiuto di tutti e di ciascuno, una consolante pagina di vangelo. Il mondo ha bisogno di constatare come i membri delle comunità cristiane siano uniti e concordi, espressione di quella tenerezza e bontà misericordiosa di Dio, con cui Egli raggiunge gli uomini, credenti e non, proprio attraverso segni efficaci di novità evangelica. A te, caro don Giorgio, uno speciale augurio, avvalorato da una preghiera liturgica: “O Dio, che guidi il tuo popolo con la soavità e la forza dell’amore, dona spirito di sapienza a coloro che hai posto a guida della tua Chiesa, perché il progresso del santo gregge sia gioia eterna dei pastori” (colletta nella memoria di s. Gregorio Magno).
+ Oscar Cantoni