Ingresso di don Mario Zappella

Cari fratelli e sorelle di Caravate e di Gemonio,

Sono solito introdurre personalmente i nuovi parroci nelle rispettive parrocchie, esercitando così direttamente la paternità episcopale, perché essi si sentano inviati dalla Chiesa, quindi presenti sul territorio non per una libera autocandidatura, ma come espressione di una risposta a una precisa chiamata del Signore e perché il popolo cristiano li possa accogliere e riconoscere come un autentico dono di Dio.

Cosi questo momento, vissuto in un clima di festa e di gioia, con semplice familiarità, va al di là di un puro atto formale, ma è invece una bella occasione per prendere coscienza che il Signore non abbandona la sua Chiesa, non ci lascia soli, ci dona ancora pastori secondo il suo cuore, anche se di nuovo oggi si realizza il detto evangelico: “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”.

Le parrocchie oggi, e in futuro ancora di più, si riorganizzano riunendosi in unità pastorale, i battezzati prendono coscienza della loro comune vocazione di discepoli missionari. Assumono iniziative comuni, collaborano tra le diverse comunità, insomma ci si armonizza tra laici, sacerdoti e religiosi, ci si sente dunque responsabili maggiormente gli uni degli altri, superando campanilismi di altri tempi, che certamente non torneranno più.

È con questo spirito che vi prego di accogliere come parroco delle due parrocchie di Caravate e di Gemonio, riunite in un’unica comunità pastorale, don Mario Zappella, proveniente dalle parrocchie di Sala e di Colonno, sul lago di Como. Gli abitanti di queste due parrocchie hanno goduto della sua presenza e sono rammaricati per questa sua partenza. I sacerdoti, tuttavia, sono a servizio dell’intera diocesi ed è giusto che si possano alternare nei diversi servizi parrocchiali, secondo i bisogni del momento.

Ecco a voi allora don Mario. Si tratta di un sacerdote che abbiamo accolto nella nostra diocesi dopo aver vissuto una bella e feconda esperienza missionaria ad gentes nel Pime (Pontificio Istituto missioni estere), quindi esperto di altri metodi di evangelizzazione, che lo hanno arricchito personalmente, acquistando una mentalità aperta al nuovo e quindi pronto ad essere una presenza di Chiesa che certamente potrà giovare alla sensibilità odierna, arricchendo così di nuova vitalità il nostro contesto ecclesiale.

Ringrazio don Mario per la sua pronta disponibilità ad iniziare questa nuova tappa del suo ministero. Ogni cambiamento obbliga ad un rinnovamento interiore, costringe a rivedere il proprio stile di servizio, impegna a studiare il nuovo ‘ambiente di vita, certamente diverso da quello precedente, ma non privo di situazioni favorevoli per aiutare le persone ad incontrare il Signore Gesù e vivere una nuova esperienza comunitaria alla luce della fede.

D’ altra parte, don Mario non incomincia da zero. Si innesta pazientemente in una vita comunitaria, sapientemente guidata dai precedenti pastori, don Silvio Bernasconi e don Loris Flaccadori rispettivamente a Gemonio il primo, e qui a Caravate il secondo. Li ringrazio di cuore. Insieme ad essi avete potuto usufruire, e continuerete a farlo, della felice presenza dei padri Passionisti, una risorsa molto ricca per le loro proposte per una evangelizzazione nuova nella loro casa di spiritualità annessa al santuario mariano.

Avete dunque tutte le risorse necessarie per riprendere il cammino e per portare molto frutto a servizio del Regno di Dio. In quanto alla presenza di don Mario tra voi, io vi auguro perché attraverso il suo esempio possiate riconoscere i segni dell’amore del Signore per voi, nella sua voce la sua Parola, nei suoi gesti la sua potenza. Camminate nella fede del Signore risorto e confidate anche nella mia preghiera per voi.

Oscar card. Cantoni

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