Festa dell’Apparizione della B. V. Maria a Tirano

Cari fratelli e sorelle amati dal Signore,
benvenuti a questo appuntamento che rinnoviamo di anno in anno.

Saluto tutti con molta cordialità, voi, santo popolo di Dio qui convocato, e quindi tutte le diverse vocazioni ecclesiali.

Accolgo con gioia il fratello vescovo Giorgio Barbetta, vescovo in Perù, a Huari, i numerosi sacerdoti, religiosi e religiose, con le Autorità civili e militari.

Oggi festeggiano il loro patrono San Michele i membri del corpo di polizia di Stato. A tutti loro il nostro augurio, unito al ringraziamento per il servizio e la dedizione svolta a vantaggio della gente. La vostra è una presenza discreta ed efficace a servizio della persona: così li ha ricordati papa Francesco nel corso di una recente udienza ad essi riservata.

Sono sicuro che nessuno di noi è presente qui per una semplice convenzione, né per un puro fatto casuale, e nemmeno per trovare facili soluzioni ai nostri problemi quotidiani, spesso assillanti. Siamo venuti di nuovo qui innanzitutto per ringraziare il Signore attraverso Maria, per affidarci al suo amore di madre perché ci conduca a Gesù, ce lo presenti di nuovo, perché lo possiamo ritrovare, sentirci da Lui accolti, attesi, perdonati, fino a trovare la forza di confidare in lui, che realizza sempre le sue promesse.

Siamo qui per poter essere anche noi partecipi di quel bene che un giorno lontano (era il 29 settembre 1504) la vergine Maria ha promesso al beato Mario Omodeo: “bene avrai!“, un bene spirituale che continua a scorrere e fluire anche oggi, perché inesauribile, e di cui tutti noi, quindi, possiamo godere, così che il bene possa ancora diffondersi ed essere condiviso da tutti.

Siamo dunque qui con la consapevolezza di essere figli amati da Dio Padre, come abbiamo udito dalla lettera ai Galati, ma anche come fratelli di Gesù, il figlio di Dio e di Maria, nella certezza di essere anche abitati dallo Spirito Santo, che Gesù stesso ha promesso e inviato nei nostri cuori.

Lo Spirito Santo, che a noi è donato con il Battesimo e la Cresima, ci dona non solo la certezza di essere figli di Dio, ma ci invita a rivolgerci a lui con la stessa confidenza e spontaneità con cui un bambino si rivolge al suo papà e da lui può invocare aiuto e protezione. Dio ci vuole figli adulti, liberi, responsabili, consapevoli dei doni ricevuti, ma anche pronti a farli fruttificare.

Ogni volta che preghiamo, infatti, non deleghiamo a Dio le nostre responsabilità, non ci sottraiamo dai nostri impegni quotidiani, non vogliamo scrollarci di dosso le nostre croci.

Nella preghiera, anche con la mediazione materna di Maria, chiediamo piuttosto al Signore la capacità di agire secondo la volontà di Dio, quindi con uno stile evangelico.

Chiediamo inoltre al Signore la forza e il coraggio di amare il compito che la Provvidenza ci ha assegnato, nel luogo e nel ruolo in cui noi viviamo, senza illuderci che altrove potremmo trovare condizioni più favorevoli per la nostra persona.

Preghiamo anche per quanti vivono, lavorano, collaborano con noi, a volte non senza qualche fatica. Tocca a noi fare il primo passo, senza pretendere che siano essi a prendere iniziativa verso di noi!

Mentre siamo qui, sotto lo sguardo materno di Maria, siamo da lei aiutati a ripartire con nuovo vigore, sostenuti dai doni messianici di cui Gesù ci ricolma.

Come a Cana di Galilea, in una festa di matrimonio, Gesù ha consegnato vino nuovo per la gioia dei commensali, così anche oggi il Signore Gesù ci ricolma di fiducia e di speranza, di cui abbiamo tanto bisogno in questo periodo così complesso che stiamo attraversando.

La presenza di Gesù a Cana dimostra che la misericordia di Dio non è lontana dalle vicende della nostra vita terrena, così impariamo ad accettare la vita in tutte le sue dimensioni.

Con la forza dell’amore di Dio, anche a noi è data la possibilità di vivere la gioia dei figli, che si sanno amati e perdonati da Dio padre e che, a loro volta, accettano di godere della gioia degli altri, e si impegnano ad amare, prendendosi cura dei propri fratelli, specie dei più poveri, costruendo così pazientemente la civiltà dell’amore.

Oscar Card. Cantoni

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