Pellegrinaggio dei giovani al Soccorso

Introduzione:

Tra i tanti titoli con cui venerare Maria: “Vergine dell’ascolto

  • Ha accolto la Parola di Dio cercandone il significato profondo;
  • Ha ascoltato ciò che Dio le chiedeva, ha saputo discernere la sua volontà e applicarla alla sua vita
  • Frutto dell’ascolto sono i tanti “eccomi” dati al momento giusto della vita sua e di Gesù
  • Maria ci insegni ad ascoltare la voce di Dio, quella che emerge nel nostro cuore; quella che proviene dallo Spirito Santo mentre leggiamo la Scrittura ed è rivolta proprio a noi; quella che emerge all’interno della Chiesa e della storia del mondo., quella che viene rivolta a noi per mezzo dei portaparola che il Signore ci fa incontrare

IL SOGNO DI GABAON

Un episodio dentro la storia del giovane re Salomone (1Re 3)

  • Chi era Salomone? (ca 961-922) (è conosciuto per i suoi Proverbi, per la sua sapienza)
  • Era il secondo figlio di Davide e di Betsabea; Divenne il terzo re di Israele. Nei suo primi anni di regno, Salomone si trasferì con tutta la sua corte a Gabaon  [10 Km a nord ovest di Gerusalemme] per offrire sacrifici (1Re 3,4). Qui si trovavano la Dimora e l’altare degli olocausti e qui Salomone, dopo l’ascesa al trono invocò Dio (1Cr 16,39; 1Re 3,4)
  • È un episodio che narra i primi passi che il giovane Salomone deve compiere come re (quindi con tutta la inquietudine di chi ha ricevuto una alta responsabilità e si domanda come vivere con impegno e dedizione i compiti che gli sono affidati) >si può diventare Santi anche attraverso l’esercizio del bene comune, vivendo la politica, le responsabilità di governo come occasione di servizio
  • Salomone vive il suo alto incarico non come occasione per auto affermarsi, ma come una missione da assolvere con un cuore grande e generoso (è un forte richiamo per noi perché arriviamo a concepire la totalità della nostra vita come una missione)

Il sogno nella Bibbia

I sogni vengono considerati strumento di rivelazione divina. Dio utilizza i sogni per svelare all’uomo il presente o il futuro (cfr il sogno di Giuseppe l’ebreo).  (Gen 26,24; 28,11; 31,11)

Il fatto

Dio, che apprezza il giovane Salomone e vuole aiutarlo nella missione a cui è destinato, gli vuole accordare i doni necessari al governo, tuttavia lo mette alla prova (si cresce mediante le prove! Sono salutari perché fanno emergere a noi stessi veramente chi siamo). Dio vuole saggiare il cuore di Salomone: gli rivolge perciò una domanda a bruciapelo, che S. non si aspetta: “chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda!” (da ciò che chiede, dovrebbero venire alla luce i desideri profondi di Salomone, quello che gli sta più a cuore) (se Dio domandasse a noi, oggi , quello che ha chiesto a Salomone, cosa risponderemmo?)  Salomone comincia a fare memoria grata di quello che Dio ha operato in favore del suo servo Davide. Si sente all’interno di una lunga storia d’amore; Riconosce che il suo padre Davide è stato trattato “con grande amore” (ricorre due volte). Essendo Davide stato fedele, giusto e retto, Dio ha fatto regnare il figlio al posto del padre, quasi per prolungare la sua memoria

La risposta di Salomone

Salomone si riconosce per quello che è, in tutta semplicità e schiettezza: “sono solo un ragazzo”, inesperto, insicuro, fragile, disorientato: “non so come regolarmi, come comportarmi di fronte a problemi che sono più grandi di me”, con molti dubbi, Salomone, però, è umile (umiltà è riconoscersi per quello che si è) S.Isacco il Siro afferma che “l’uomo che è arrivato a conoscere la misura della sua debolezza ha toccato la perfezione dell’umiltà”. Salomone si sente responsabile del popolo che gli è stato affidato; avverte il peso del governo di cui è rivestito. Non è uno che si vanta del posto che occupa o cerca di approfittarne per esaltare se stesso e la posizione che ha raggiunto. (la politica come servizio al bene comune!), quindi chiederà a Dio la capacità di governare. La sua richiesta verte su ciò che può permettergli di compiere meglio la propria funzione di re alla testa del popolo. (facienti quod in se est Deus non denegat gratiam: non dubitare mai dell’aiuto di Dio (le grazie attuali) Con molta spontaneità, ma anche con decisione, Salomone chiede “un cuore docile” (un cuore in ascolto), presupposto per rendere giustizia, compito principale di un re. Un cuore abitato dallo Spirito Santo, un cuore in sintonia con i desideri dello Spirito, per poter fare quello che Dio vuole e così piacere a lui e non agli uomini. Non chiede a Dio che lo sostituisca, che faccia tutto lui; gli chiede la forza per essere se stesso, all’altezza della situazione. Non gli chiede: lasciami diventare grande e poi decido; dammi ancora un po’ di tempo: Dio lo chiama oggi e oggi S. deve rispondere (Così è per ciascuno di noi: “inventa con il tuo Dio l’avvenire che ti dona”). “Non dobbiamo aspettare di essere perfetti per rispondere il nostro generoso “eccomi”, né spaventarci dei nostri limiti e dei nostri peccati, ma accogliere con cuore aperto la voce del  Signore. Ascoltarla, discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo e infine viverla nell’oggi che Dio ci dona” (Papa Francesco). Salomone Chiede al  Signore che possa governare con giustizia il suo popolo, senza fare discriminazioni o preferenze di sorta, ma operare con rettitudine e così cercare il vero bene del popolo. perché sappia distinguere chiaramente il bene dal male, decidere tra ciò che Dio vuole e ciò che non vuole., evitando il soggettivismo ed evitare scelte mondane e sconsiderate. “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amore in dolce e il dolce in amaro” (Is 5, 20)

La reazione di Dio: “piacque agli occhi del Signore”

Non ha chiesto “doni mondani” (molti giorni per se stesso; ricchezza; la morte dei nemici), ma il discernimento per giudicare (il cuore di Salomone è libero da preoccupazioni materiali, da desideri iniqui coltivati con malizia) = la saggezza. Ti concedo un cuore saggio e intelligente. Nessuno in futuro sarà saggio e intelligente come lui. Ti concedo quanto non mi hai domandato. (i doni di Dio vanno al di là della nostra immaginazione e dei nostri meriti)

  • Chiedere al Signore la grazia di prepararci vivere a fondo e responsabilmente la missione a cui egli ci destina, sapendo che chi opera il bene verrà anche contraddetto.
  • Interrogarsi a fondo sui doni ricevuti, cercando di coltivarli e approfondirli, senza lasciare a Dio le responsabilità che dipendono da noi.
  • Non avere paura di compromettersi negli impegni costosi, senza delegare ad altri, perchè la nostra presenza è preziosa e insostituibile: quello che sei tu è un tesoro prezioso e unico, nessuno è come te. Senza di te, manca un pezzo nella creazione di Dio.
  • Soppesare le forze e credere che se Dio ti chiede qualcosa, ti dona anche la forza di compierla
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