S. Messa nella Notte di Natale

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Cari fratelli e sorelle amati dal Signore,

siamo accorsi qui, nella nostra casa comune, come i pastori a Betlemme, nel cuore della notte, per sentirci ripetere, ancora una volta, ciò che costituisce l’annuncio prezioso, cuore del vangelo: “gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama“.

Con la nascita di Gesù, Dio rivela che il suo è un volto di pace. La pace, infatti, è inizialmente un dono che discende dall’amore di Dio, non una conquista degli uomini.

Abbiamo bisogno di convincerci che questa gioiosa verità, ossia la certezza dell’amore di Dio per ogni uomo, abbraccia in primo luogo gli esclusi, come potevano essere i pastori al tempo di Gesù. Non è solo una verità da conoscere dottrinalmente, ma una certezza che penetra fino al cuore della nostra stessa esistenza e la trasfigura.

La gioia di Dio, che costituisce la sua gloria, è quella di amare l’uomo e la donna nella loro creaturalità, fatta di ordinaria fragilità e debolezza. L’uomo e la donna amati non per qualche loro merito particolare, ma semplicemente perché figli e figlie, e Dio che è amore li riveste di dignità e di onore.

Siamo teneramente amati da Dio. Spesso ce lo dimentichiamo, classificandolo Dio ed equiparandolo alle stesse nostre categorie umane, dove secondo le classificazioni sociali prevale chi è potente, primeggia chi è fortunato, viene esaltato chi è ricco e se ne avvantaggia solo per se stesso, escludendo gli altri.

Dio non è così, è radicalmente diverso.

La gloria di Dio si realizza nella povertà di un neonato in una mangiatoia. A Betlemme il rovesciamento dei valori è iniziato e il Figlio di Dio fatto carne ce lo ha insegnato con le parole e i suoi gesti lungo tutto il corso della sua esistenza terrena.

Se è così, allora, se anche ti senti escluso, Dio accorre e ti dice: “sei invitato e accolto! “.

Se avverti di essere un figlio lontano, Dio ti chiama per nome: “vieni, sei atteso! “.

Se ti senti umanamente un fallito, Dio ti si avvicina, e mentre riconosci la tua povertà, afferma con decisione: “risvegliati alla vita!“, e anche se sei invischiato nei tuoi peccati, Dio ti prende per mano, ti solleva e ti ordina: “vivi e spera con la forza del mio perdono! “.

Ciascuno di noi, se è sincero con se stesso, si ritrova in una di queste condizioni. Ma occorre umilmente riconoscerlo, per avvertire con stupore che se ci accettiamo come figli amati, accolti e perdonati, Dio ci infonde la forza per rinascere: e sarà una esplosione di luce e di pace!

Sì, il Dio di Gesù Cristo, in questa notte santa, chiama proprio te, Egli vuole salvarti e ti ricostruisce, perché grande è la sua misericordia,

Dio ti prende per mano e ti dice: “ritorna alla mia amicizia” perché forte è il mio amore per te.

Solo se ci lasciamo salvare, Dio può intervenire  per donarci quella pace indispensabile, senza la quale non siamo in grado di prendere l’iniziativa per essere una presenza costruttiva dentro la nostra società, troppo spesso rattristata perché senza pace e senza speranza.

Stanotte in Gesù, Dio si è fatto bambino per dirci il suo amore per noi. Non abbiamo fatto nulla per meritarcelo, ma Dio si offre gratis.

E’ apparsa la grazia di Dio”. Attraverso la grazia di Dio, ossia il suo amore onnipotente, riscopriamo la nostra bellezza, la nostra preziosità, e questo solo perché teneramente amati dal Signore.

 

 

 

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