Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – celebrazione conclusiva

1. Davanti alla narrazione dei Magi che dall’ Oriente si mettono sulle tracce del Bambino, nato da poco, il re dei Giudei, come ci ricorda il vangelo, subito il nostro pensiero ritorna proprio  a quelle regioni del mondo da cui provenivano i Magi, che oggi subiscono persecuzione a causa della fede. Il Medio oriente continua oggi a soffrire a causa di guerre, di vere e proprie violente persecuzioni religiose. I cristiani, ortodossi, evangelici, cattolici subiscono attentati a causa della fede, sono costretti anche a fuggire, sperimentando cosi quell’ecumenismo del sangue che ci accomuna, di cui papa Francesco ci ha parlato più volte. I testi di preghiera che animano questa settimana di preghiera sono stati preparati proprio da fratelli e sorelle di fede di queste regioni. Li ricordiamo tutti e li affidiamo al Signore, mentre umilmente chiediamo perdono se troppo spesso li abbiamo lasciati soli, indifferenti ai loro drammi e alle loro sofferenze.

2. Questi Magi che si mettono in cammino guidati da una stella riflettono il desiderio umano di cercare la verità, di tendere a una pienezza di vita, di scoprire nuovi mondi in cui trovare pace e serenità, spazi in cui è testimoniata la bontà e la giustizia. Nel rispetto della originalità di ogni confessione religiosa, e nelle vie che ogni confessione utilizza per incontrare il Signore, tutti siamo, in un modo o nell’altro, in ricerca di Dio e desideriamo condividere umilmente il frutto di questo comune impegno.  Più precisamente cerchiamo di comunicarci soprattutto come Dio stesso ci raggiunge, come valutiamo i segni che Dio ci manda , come rispondiamo, alla luce della sua Parola, alle sfide che oggi la società moderna ci impone. E’ uno scambio di doni molto proficuo, attraverso cui ci arricchiamo a vicenda, mentre ci comunichiamo i doni che il medesimo Spirito non cessa di parteciparci.

3. Quanto più concentriamo la nostra attenzione su Gesù Cristo, il figlio di Dio, come i magi che adorano il bambino nella grotta di Betlemme, tanto più ci sentiamo uniti tra di noi, e nello stesso tempo avvertiamo la necessità di presentarci uniti di fronte a un mondo diviso e soffriamo interiormente per le divisioni ancora presenti tra noi, retaggio di un passato di incomprensioni reciproche, per cui anche questa sera abbiamo chiesto perdono.

+ Vescovo Oscar

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