Venerdì II Settimana di Quaresima

Segno di Croce

Dal Vangelo di Matteo (Mt 21,33-43.45-46)

Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?

Padre nostro

Preghiera:

Signore, ti chiedo coraggio e lucidità per affrontare tutte le mie difficoltà.

Non permettere che il mio animo si abbatta.

Tu sei mia forza e mia roccia,

lo scudo che mi protegge contro le avversità.

Amen.

Lettura:

Voglio farvi conoscere almeno Cristina e Doralice.

Cristina viene dalle Palafitte, nella sala dell’appartamento dove ci ha accolte, un divano disfatto e la seggiolina di plastica colorata dove Jamile è seduta. Età indefinibile, volto segnato da rughe e cicatrici, pantaloni e maglietta grandi e larghi, così ci ha accolto.

Alla nostra domanda: da dove venite? Cristina ha iniziato un racconto che è durato quasi un’ora. “Quando avevo otto anni la mamma è morta, siamo rimasti noi quattro, due sorelle e due fratelli, il papà è andato a San Paolo a cercare lavoro, ci ha lasciati con la zia, che poco dopo ha venduto la casa lasciando per noi la casupola nel fondo del terreno, senza finestre, senza bagno… abbiamo cominciato a uscire dal quartiere, gli autisti dei bus ci lasciavano salire e abbiamo scoperto il centro città, bello, grande, dove gente diversa da noi ci dava sempre qualcosa, pian piano non siamo più tornati a casa. Sono cresciuta li, prima ho sperimentato la colla poi è arrivato il crack, è stato il mio sostegno per tanti anni!

Con quanti altri nella nostra situazione abbiamo vissuto! Tra questi Cesar che un giorno è stato ritrovato da una zia e ha accettato di tornare a casa con lei. Poco dopo è venuto a offrirmi di andare anch’io dalla zia. Ho capito che questo poteva dare una svolta alla mia vita; stare da lei per poter dimenticare la droga…

Al mattino chiudevo con le chiavi il locale dove dormivo e le buttavo da un buco/finestra chiedendo che mi lasciassero lì fino a sera, anche se chiedevo di uscire gridando o piangendo. È stata una prova difficile, ma sono ritornata libera!

La zia poi mi ha affidato la responsabilità di un minuscolo negozietto, sono riuscita a rimanere lì un anno senza mai toccare un centesimo. La sua fiducia mi ha fatto sentire capace e coraggiosa.

Con Cesar abbiamo ottenuto questa abitazione e ho preso con me Jamile, la figlia di mia sorella che continua ad usare crack e che vuol rimanere in strada. Un mio fratello è stato ucciso dalla polizia e l’altro non so dove sia. Jamile mi sta insegnando a diventare mamma, mi sta insegnando a dare e accettare affetto, lei mi sta trasformando!

Alla domanda su come riuscissero a mantenersi, Cristina ha risposto con orgoglio che entrambi erano “recicladores”, che in strada aveva imparato a selezionare i materiali, a dividere i metalli che trovava e a ordinarli e, che sa anche lavare bene le macchine.

Non ci sono commenti vero? Ogni nostra parola profanerebbe questa storia dove le scintille del Divino hanno avuto il sopravvento.

Tratto da: Piantando amore per un Natale di sementi di luce

di Pina Rabbiosi

Missionaria laica in Brasile

condividi su