Solennità dell’Epifania

Lasciamoci guidare, ancora un volta, dai Magi d’Oriente, che illuminati dalla stella giungono a Betlemme e con grande stupore incontrando il Bambino con Maria, sua madre, si prostrano e lo adorano. Comprenderemo meglio anche noi quello che s.Paolo, nella seconda lettura, definisce “il mistero”, ossia il disegno eterno del Padre, che vuol fare dell’umanità una sola famiglia, giudei e pagani, membri di un’unica Chiesa. Emerge subito un’ immagine di Dio che non fa differenze di persone, vicini o lontani, in quanto siamo tutti suoi figli, che si lascia trovare da coloro che lo cercano. I Magi venuti dall’Oriente diventano maestri-guida di quanti hanno il coraggio di lasciare le proprie sicurezze e di mettersi in cammino per cercare la luce, nel desiderio di giungere a sperimentare la verità e a gustare l’amore vero, di cui è affamato il cuore di ogni uomo. Viene per tutti il momento di dare risposta agli interrogativi profondi che albergano nel proprio cuore, di chiedersi quale sia il significato della esistenza, soprattutto da parte di chi è tentato di credere che la vita è affidata al caso, per cui si affanna a seguire gli oroscopi o i cartomanti. Quanto spendono gli italiani ogni anno in maghi e fatture? Non sono le stelle o gli astri del cielo a determinare l’ esito felice dell’ esistenza di una persona, ma quanto questa, nella sua vita, ha saputo amare, dal momento che ogni vita vale in quanto è donata.

Nella ricerca appassionata della verità, come nel desiderio di sperimentare l’ amore vero, ci si può indirizzare verso vie erronee, come i  Magi nell’itinerario intrapreso verso Gerusalemme. Per un modo molto umano di vedere, un re doveva nascere in un palazzo, dove poter facilmente esercitare il potere e sperimentare il successo e la superiorità. Non mancano nemmeno oggi tanti “persuasori occulti”, che additano vie facili per una vita riuscita, convincono e seducono quanti sono disposti ad affidarsi a ricette dall’esito immediato, trasgressive e senz’anima. Dio, però, ricupera sempre e riconduce verso i giusti sentieri quanti sono disposti a rimettersi in cammino, a continuare la ricerca della verità, come i  Magi, che guidati dalla stella fin nella casa di Betlemme, adorano un Bambino, entrano cioè in una comunione personale d’amore con lui. Da qui la gioia e lo stupore di essere da lungo tempo attesi, perchè profondamente amati. Ciò che il Vangelo propone risponde alle necessità più profonde di ogni persona umana.

Proprio a Betlemme di Giudea, perché Dio è fedele alle sue promesse, i Magi incontrano non un re potente, ma un Bambino fragile: lì, in quel corpo fatto di carne, del tutto simile al nostro, c’è Dio. Solo chi è grande può farsi piccolo; noi, che siamo piccoli, al contrario, desideriamo dimostrarci grandi. L’Onnipotente, si fa debolezza perché l’amore conosce solo questo linguaggio. Dio, che vuole essere amato dai suoi figli, li attira nella libertà, nella gratuità, senza imprigionare. Prostrandosi davanti a uno sconosciuto bambino di Betlemme, i  Magi sono completamente avvolti dalla Gloria di Dio. Chi ha incontrato Gesù ha sperimentato l’irrompere della luce, una luce che squarcia le tenebre, una luce che non abbaglia, ma che illumina e rischiara. E là dove c’è Dio, lì c’è gioia!

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