Festa di S. Barbara, patrona dei vigili del fuoco

La festa di S. Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, è una occasione favorevole per radunarci insieme e vivere un momento di sosta spirituale, per ripensare il vostro impegno a favore della collettività, per ritrovare quelle motivazioni ideali che vi caratterizzano, così che la professionalità sia interpretata e vissuta molto più che un lavoro, ma un vero e proprio ministero.

E ciò vale soprattutto per gli uomini impegnati nel rischioso compito proprio dei Vigili del Fuoco, che risulta un donarsi agli altri, pensando poco a se stessi.

La preghiera che innalziamo al Signore, per intercessione di s. BARBARA, è finalizzata ad ottenere una nuova forza d ‘animo, speranza e laboriosità. È un augurio che estendiamo anche a tutte le Forze dell’ordine e alle autorità civili e militari qui riunite e a quanti si impegnano nella molteplice realtà del volontariato, un tesoro di cui l’Italia può giustamente andare fiera.

Vorrei ora riprendere qualche passaggio della parola di Dio che è stata annunciata, cercando di attualizzarla per noi.

Innanzitutto dalla lettura del profeta Isaia, là dove si dice che “Anche se il Signore ti darà il pane dell’afflizione e l’acqua della tribolazione, non si terrà più nascosto il tuo maestro“. Sono parole di speranza. Non siamo soli a impegnarci e a lottare dentro la nostra società complessa, dove non mancano né tribolazione, né afflizione. È tuttavia rassicurante per noi la certezza che Dio cammina con noi dentro le intemperie della vita, quelle che affrontiamo coraggiosamente ogni giorno. Non siamo soli a lottare contro il male, le difficoltà e le ostilità che si interpongono e che vorrebbero sminuire il nostro slancio ideale e la nostra missione al servizio del bene comune. Dio ci accompagna con la sua grazia. Non ci lascia vagare nella solitudine, nella incomprensione e nelle difficoltà di ogni genere, di cui facciamo dolorosa esperienza quotidiana. Ci offre consolazione e nuova forza, anche con la vicinanza solidale e creativa di tante persone che con noi cercano soluzioni possibili, tese non a far risultare se stessi come i migliori, né a promuovere gli interessi personali o del proprio gruppo, ma per contribuire sanare le urgenze e le vicissitudini che ogni giorno puntualmente si succedono dentro la nostra realtà.

Possiamo attingere un rinnovato invito all’impegno, e nello stesso tempo, alla speranza, anche dal Vangelo che è stato appena proclamato. “Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità”. Cristo Gesù, che pure è costituito da Dio Padre quale Messia e Signore, quindi che guida la storia e la dirige al fine di salvezza, non ci esonera dal nostro impegno personale, ma ci costituisce suoi collaboratori, creativi e responsabili, ci dona la forza per reagire davanti a tutti gli ostacoli che si interpongono.

Ci vuole collaboratori accorti, pronti a intravvedere tutte le vie possibili di riconciliazione, ci vuole capaci di collaborazione, lungimiranti, capaci di costruire ponti e non di innalzare muri. E tutto ciò con il coraggio della pazienza, che può essere per qualcuno anche una forma di martirio. Il martirio della pazienza ci stimoli a ricominciare ogni giorno, fiduciosi nell’aiuto della grazia di Dio che non verrà mai meno.

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