Martedì I Settimana di Quaresima

Segno di Croce

Dal libro del profeta Isaia (Is 55,10-11)

Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Padre nostro

Preghiera:

Signore nostro Dio,

che hai fatto della Vergine Maria il modello di chi accoglie la tua Parola e la mette in pratica,

apri il nostro cuore alla beatitudine dell’ascolto,

e con la forza del tuo Spirito fa’ che noi pure diventiamo luogo santo

in cui la tua Parola di salvezza oggi si compie.

Amen.

Lettura:

Era il 31 ottobre del lontano 1999 quando siamo partite, come Congregazione, per “allargare il nostro abbraccio al mondo”, precisamente al Continente Africano, con l’apertura della prima comunità in Mozambico.

Ricordo ancora, come fosse oggi, l’entusiasmo, la passione sfrenata e il desiderio ardente che ci abitava e ci spingeva a voler conoscere questa terra, a entrare in punta di piedi nella vita della sua gente semplice che ci guardava ‘immancabilmente’ con il sorriso stampato sulle labbra a 360°, sempre pronto a darci una mano, un’indicazione, a salutarci ad alta voce per la strada gridando: “Bom-dia irmãããããssssss” (buongiorno suore).

Ogni giorno, con insistenza, una frase riecheggiava nelle nostre comunicazioni diventando come un dolce ritornello che scandiva, ritmava le nostre giornate: “Siamo in Africa!”.

Una semplice frase che voleva ricordarci il nostro essere qui, per una missione, per camminare e costruire insieme, a questo popolo, sentieri di pace, di speranza e di riconciliazione.

Come dimenticare la storia di Tony e la sua famiglia?

Piccolo mendicante che chiedeva sempre un metical (moneta locale) o alimenti: un po’ di sale, farina, riso…

Così piccolo voleva essere sostegno per la famiglia: madre malata di HIV, il fratello maggiore che ‘non batteva cento’, come si dice in Mozambico e infine la piccola sorellina. Ma è stato grazie a lui, alla sua perspicacia, alla sua abilità nel prendere i cuori che ha dato alla sua famiglia una casa, un futuro diverso e migliore; lui ‘piccolo angelo’ se ne è andato, con un semplice battito d’ali, in una domenica di dicembre, alla sola età di 12 anni, nuotando nell’oceano con gli amici.

Quanti altri incontri, vicissitudini (che qui non trovano spazio per essere raccontati), hanno segnato la storia di questi 20 anni d’Africa. Quante ‘gioie e speranze, tristezze e angosce’ di questo popolo Mozambicano sono diventate le ‘gioie e speranze, le tristezze e le angosce’ (Cfr. GS n.1) delle nostre comunità, di ciascuna di noi che ha voluto mettersi in ascolto, al loro fianco, raggiungerli nella loro situazione di vita e aprire il cuore all’incontro, all’altro sull’ esempio del nostro Signore e Maestro e di Maria sua madre, la Madre di tutti i Viventi.

In questi anni, sicuramente ognuna di noi ha dato molto, il meglio, ma credo fermamente che quello che abbiamo ricevuto in cambio da questa terra, da questo popolo, da ogni incontro è sicuramente molto, molto, molto di più; evangelicamente: ‘il centuplo’ come Gesù ha promesso a chi lascia padre, madre, fratelli, casa, cose, per il Regno dei Cieli.

E concludo con un proverbio africano che vuole riassumere questa appassionante storia di salvezza: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”.

Suor Dominique De Blasio

Missionaria Orsolina del Sacro Cuore di Maria in Mozambico

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