Non è solo un caso fortuito se in occasione del 170mo anniversario di fondazione delle Suore infermiere dell’Addolorata, per opera della beata GIOVANNINA FRANCHI, la Chiesa oggi fa memoria di un altro grande apostolo della carità, s. Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), un santo che si è dedicato al servizio dei poveri e alla formazione dei sacerdoti. Egli ha propagato il suo ministero nel mondo intero attraverso la Congregazione della Missione e la Compagnia delle Figlie della carità, entrambi presenti nella nostra Diocesi.
I Santi si assomigliano, si rincorrono, si confermano l’un l’altro, ma anche ci scompigliano, ossia non ci lasciano in pace, dal momento che ci stimolano vigorosamente ad avanzare sulle vie della carità, al di là di ogni esitazione, a partire dalle situazioni storiche del momento, dalle urgenze che si presentano nel nostro oggi.
Molto spesso noi siamo esperti nel registrare la situazione oggettiva del momento, con la descrizione accurata delle attuali povertà (e sono tante e gravi!). Riportiamo le statistiche ben redatte, complete di ogni informazione, ma poi esitiamo nel deciderci ad affrontare i problemi e fatichiamo nell’ assumerci le nostre responsabilità, anche per mancanza di visione globale, ancorati esclusivamente sulle urgenze. Spesso, poi, ci domandiamo a chi tocca veramente intervenire, a chi riferirsi e poi ci giustifichiamo facilmente nel constatare che ci mancano i contributi economici necessari per le diverse necessità.
Ecco perché è salutare e stimolante confrontarci con gli amici di Dio, i Santi, decisi e audaci nelle loro iniziative di carità, non certo con maggiori risorse delle nostre e certamente privi di quelle sicurezze che invece noi possediamo.
Queste persone, cariche della carità di Dio, si sono mossi alacremente, senza esitazione e senza far pesare il prezzo del proprio servizio, si sono resi disponibili e hanno agito con ogni sollecitudine. Certamente sono uomini e donne che hanno affrontato i pregiudizi di molti e non hanno avuto paura nello scuotere le coscienze altrui, anche di tanti cristiani ben pensanti.
Ecco perché oggi facciamo memoria di questa umile, piccola donna, nativa della nostra Città di Como, Giovannina Franchi, che la Chiesa ha beatificato nel 2014. Essa non ha esitato a lasciare il suo stato di agiatezza per mettersi a disposizione della “fantasia della carità” di Cristo, Lui che si lascia identificare nei piccoli, nei malati, nei falliti della vita, nei bisognosi nel corpo e nello spirito. “Lo avete fatto a me” (Mt 25,40).
Chi incontra i poveri incontra Cristo, chi lava le ferite degli ultimi, incontra il Signore Gesù, che lo accoglie tra i suoi amici più cari.
Ed è bello riconoscere che chi fa la carità è seguito da altre persone, affascinate da queste opere di servizio, dallo stare amabilmente accanto ai poveri, dall’accompagnare con premura i feriti della vita, fino a identificare nel servizio ai malati la propria via privilegiata per seguire Gesù.
Così si spiega la nascita e lo sviluppo della Congregazione delle Suore infermiere dell’Addolorata, che in 170 anni di vita hanno seminato tanto amore attraverso la loro umile, ma sollecita presenza accanto ai malati, specialmente nel nostro ospedale cittadino di Valduce.
Queste religiose ci hanno insegnato che, oltre la competenza professionale, indispensabile, occorre accompagnare i deboli, i fragili e i malati con la delicatezza della carità di Cristo, ossia “con gran cuore”, come era solita raccomandare la beata Giovannina: “Curate gli infermi, ma con gran cuore!”.
È l’augurio che rivolgiamo a tutti coloro che svolgono questo importante impegno di servizio: unire alla competenza professionale una grande carità, così da riconoscere in ogni persona la dignità inalienabile di figlio di Dio, per il quale Cristo ha donato la sua vita.
Sradicare la potenza di satana che ci spinge al male e insieme guarire i corpi da ogni malattia rientra nel compito apostolico che Gesù ha affidato ai Suoi discepoli, continuando così la sua stessa opera, come evidenzia il Vangelo, oggi proclamato.
Gesù ha voluto, offrendo la guarigione fisica, assicurare che la sua potenza sanatrice penetra e raggiunge nel profondo anche i cuori, sanando le profondità dello spirito umano, esposto a tante schiavitù, realizzando così una viva immagine del Regno di Dio, che Gesù ha inaugurato con la sua presenza salvatrice sulla terra e che continua a vivificare l’uomo, rendendolo un capolavoro di grazia e di bellezza.
Oscar card. Cantoni