Giovedì 2 novembre 2023

Commemorazione dei defunti

Le celebrazioni con il Vescovo in Cattedrale e a Rebbio

Giovedì 2 novembre, in Cattedrale alle ore 10.00, il vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto la Santa Messa nella memoria dei Vescovi e dei Canonici della Cattedrale defunti.

Qui di seguito il testo dell’omelia.

 OMELIA in CATTEDRALE

Utilizziamo innanzitutto questo giorno, in cui facciamo grata memoria dei nostri defunti, per proclamare con ferma convinzione di fede ciò che sostiene e illumina tutti i cristiani: cioè, che la morte non è che un passaggio alla pienezza della Vita, dove la Santissima Trinità, accoglierà quanti hanno seguito Cristo Signore, hanno creduto e sperato in Lui.

Le stesse acclamazioni di Giobbe, appena proclamate, sono pure sulle nostre labbra: “Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro”. E il salmo responsoriale proposto così acclama: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi”.

 Ci auguriamo che questa professione di fede, così incisiva, non comporti in noi solamente una piena adesione intellettuale, ma possa anche essere accolta e riconosciuta nella nostra esistenza personale quale fonte di pace e di gioia.

In questo modo, soprattutto al momento del nostro trapasso, soli con noi stessi, magari anche assaliti dalla paura e dalla incertezza, ultima tentazione, potremo concludere in spirito di filiale abbandono in Dio e in pace con Lui e i fratelli la nostra vita, totalmente dedicata al servizio del Signore e della comunità ecclesiale.

Da quando l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, nel giorno del nostro Battesimo, abbiamo la certezza che Egli continua a proseguire la sua opera, quella di sviluppare in noi la consolante certezza di essere figli di Dio, per sentirci riconciliati con il Padre, resi pienamente conformi a Cristo, morto e risorto per noi. Affronteremo così il momento della nostra morte con cristiana letizia, fino ad acclamarla, con S. Francesco d’Assisi, come “nostra sorella morte corporale”.

Nel corso di questa Eucaristia affidiamo al Signore tutti i nostri Vescovi diocesani defunti e i canonici della nostra cattedrale che hanno amato e servito la nostra Chiesa. Essi, che sono stati per noi e con noi i primi testimoni del Risorto, possano godere della eterna comunione con Dio e con quanti, uomini e donne, ci hanno preceduto nel cammino della fede e che ora godono con loro la stessa pace e beatitudine.

Niente va perduto del bene che i nostri Pastori hanno seminato sulla terra, a volte anche con le lacrime, nel tempo del loro ministero. Noi crediamo che l’impegno, le fatiche e le non poche sfide che essi hanno dovuto affrontare, saranno rese feconde dalla potenza dell’amore di Dio, così come Egli continuerà a moltiplicare il tanto bene che noi stessi abbiamo ricevuto dai nostri Pastori, ai quali dobbiamo riconoscenza e gratitudine perenne.

Attraverso le loro caratteristiche particolari (e ciascuno ha il suo dono!) i nostri vescovi e presbiteri ci hanno illustrato il volto di Dio, hanno saputo tradurre in azioni storiche, molto eloquenti, i sentimenti propri del Figlio di Dio, fattosi uomo, e condividere le sue stesse azioni misericordiose a vantaggio di tutti, soprattutto dei sofferenti, dei poveri e dei peccatori.

Infatti, tutto quello che Gesù ha operato, nella sua esistenza terrena, oggi si attualizza per opera dello Spirito santo nella Chiesa attraverso i Sacramenti, distribuiti con costante larghezza dai nostri Pastori.

Grati per la loro vicinanza e per l’esempio di cui noi facciamo tesoro, ci rivolgiamo con fiducia al Padrone della messe, perché si ricordi di quanti hanno operato nella sua vigna, rendendosi strumenti della sua grazia. Godano ora del premio eterno che Gesù ha promesso a quanti hanno lasciato tutto e l’hanno seguito, donandosi con generosità al servizio dei fratelli.

Oscar card. Cantoni

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Lo stesso giorno, nel pomeriggio alle ore 15.00, il vescovo di Como cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto la Santa Messa a suffragio di tutti i defunti nella chiesa di San Martino in Rebbio (la celebrazione, già prevista al cimitero di Rebbio, si è tenuta in chiesa a causa del maltempo).

Qui di seguito il testo dell’omelia.

 OMELIA COMO-REBBIO

Oggi abbracciamo con particolare cura i nostri cari defunti. Ad essi siamo legati con particolari vincoli di affetto e di riconoscenza. Li ricordiamo tutti, anche coloro per i quali nessuno prega più, quanti sembrerebbero giacere dimenticati nell’ombra della morte.

Il mio stesso pellegrinaggio da un cimitero all’altro della nostra Città vuole esprimere la stretta vicinanza della Chiesa a tutti i defunti, proprio tutti, e un sostegno a chi vive la fatica e la sofferenza del distacco dai propri familiari, parenti e amici.

La forza della fede ci permette di pensare i nostri defunti al di là della morte, accolti e custoditi dalle braccia amorose di Cristo Signore, lui che ha vinto la morte e ha permesso anche a noi di vivere della stessa sua intimità con Dio Padre e con i nostri fratelli e le sorelle, viventi in Cristo.

È nota a tutti noi la pagina evangelica del giudizio finale: saremo giudicati nella misura in cui avremo amato, con gesti pietosi e concreti, i nostri fratelli in umanità.

Godremo il premio che Dio ci assicura secondo l’intensità o meno del nostro impegno generoso di servizio rivolto a tutti, senza esclusione.

Tanto quanto avremo amato nel corso della nostra vita, ma anche sorretti da quanti continueranno a pregare per noi.

Ecco perché noi offriamo sacrifici a Dio e preghiere per i defunti. Noi possiamo essere i loro benefattori, proprio perché possiamo arricchire il loro dono e intensificare la loro beatitudine con il tesoro di grazia che destiniamo a tutti e a ciascuno dei defunti.

C’è un vero legame di solidarietà e di particolare comunione tra noi, viventi quaggiù, e i defunti, così come essi, a loro volta, continuano a vegliare su di noi e invocano Dio per tutti e per ciascuno di noi.

È il miracolo della comunione dei Santi per i quali siamo sempre uniti gli uni gli altri, ma anche ci sentiamo responsabili gli uni degli altri, in una fraternità che non avrà mai fine, in un vincolo perenne.

Celebrare l’Eucaristia vuol dire mettere a disposizione anche dei nostri defunti, oltre che per noi, i tesori di grazia di Cristo crocifisso e risorto, così che anche i defunti possano godere dei tesori di grazia inesauribili che Cristo risorto possiede e che mette a disposizione della sua Chiesa perché li distribuisca in abbondanza a tutti, vivi e defunti.

Oscar card. Cantoni

 

comunicato96 – Commemorazione defunti

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