Esequie di don Giuseppe Tentori

Vi invito a lodare con me il Signore perché in don Giuseppe ci ha dato un’immagine viva e trasparente di Lui, buon pastore che dà la vita per il suo gregge, sempre proteso nel cercare la gloria del Signore e non il suo benessere personale. Solo un pastore che si spende per il bene del gregge nel dono di sé realizza pienamente la finalità essenziale della vocazione al presbiterato.

Don Giuseppe, riconoscendo la comune dignità battesimale e la corresponsabilità nella missione, sosteneva, con s. Agostino, che “tutti abbiamo un solo Maestro e siamo condiscepoli di un’unica scuola”. È motivo di lode e di gioia verso Cristo, buon pastore, manifestare viva gratitudine per il grande dono che Egli ha riservato alla nostra diocesi attraverso la presenza operosa di don Giuseppe.

Egli non si è mai risparmiato nella cura pastorale verso le singole persone, accompagnandole con discrezione, amore e rispetto, nelle diverse comunità nelle quali è stato inviato: a Rebbio, come vicario parrocchiale, in seminario come padre spirituale, quindi come parroco a Como, S. Eusebio; priore a Como S. Bartolomeo, infine qui a Isola di Ossuccio, prima come parroco e poi come collaboratore nella comunità pastorale di Lenno e Isola.

Unitevi a me nel ringraziare il Signore per la sollecitudine, la passione per il servizio pastorale che ha animato da sempre il nostro amato don Giuseppe. Qualunque argomento trattasse, tutto era proteso a favorire la crescita della fede di coloro con i quali si intratteneva. Con la fede, poi, la speranza, con la speranza la carità.

Un rendimento di grazie al Signore Gesù scaturisce pure dall’ ardente zelo con cui don Giuseppe ha amato la Chiesa attraverso le parrocchie da lui accompagnate, volendo imprimere in esse lo spirito del concilio Vaticano II, a cui egli ha aderito con pieno entusiasmo e consapevolezza, con un confronto serrato con tante persone e nel dibattito teologico in corso.

Don Giuseppe si è impegnato fortemente nell’ edificare “non una nuova Chiesa, ma una Chiesa nuova”, più vicina alla gente, aperta, accogliente, che abbraccia tutti, una Chiesa più sinodale, più missionaria, in dialogo con la società in cui la Chiesa è inserita.

Benediciamo ancora il Signore per la semplicità del cuore di don Giuseppe nell’accettare umilmente la propria vecchiaia, vissuta senza responsabilità dirette, tuttavia non rinunciando al ministero pastorale, in piena e leale intesa con il parroco. Don Giuseppe si è poi abbandonato, in prossimità della propria morte, in piena fiducia nelle mani di Colui che ha amato e seguito per una intera esistenza.

Infine, vorrei ringraziare il Signore per la commovente testimonianza che i diversi membri di questa Comunità ci hanno offerto, sostenendo amorevolmente, con dedizione piena e gratuità gioiosa, don Giuseppe nella sua vecchiaia e nella sua malattia. Un vero esempio di come le comunità parrocchiali possono accompagnare un sacerdote anziano riconosciuto e accolto come un loro familiare, dal quale hanno ricevuto sostegno, incoraggiamento e insegnamenti di vita.

Oscar card. Cantoni

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