Esequie per don Luigi Barindelli

Acclamiamo la parola di Dio, la stessa che oggi viene annunciata in tutta la Chiesa, nel mondo intero.

È proposta anche qui, in questa celebrazione eucaristica che offriamo per il nostro fratello don Luigi.

Dopo una vita interamente spesa per questa Comunità parrocchiale, egli viene oggi associato alla liturgia del cielo.

Il bene che con perseveranza don Luigi ha seminato come parroco nei suoi 56 anni di presenza qui a Mezzegra, è testimoniato dal forte afflusso di voi parrocchiani a questo intenso momento di commiato nella preghiera comune.

Voi di Mezzegra avete ben compreso a fondo la personalità di d. Luigi, il suo stile originale, la sua modalità tipica di relazionarsi e di comunicarvi la sua testimonianza sacerdotale e vi siete fortemente affezionati a lui.

Don Luigi, a sua volta, come segno di vicinanza e di fedeltà, ha voluto che il suo corpo mortale riposasse proprio qui, nel vostro campo santo, in attesa della risurrezione della carne.

S. Paolo, nel brano della lettera agli Efesini, ci ha invitato a camminare nella carità, nel modo con cui Cristo ci ha amato.

La vita cristiana è innanzitutto un cammino, non un’ idea astratta e disincarnata.

Un cammino che si sviluppa progressivamente nel tempo, dentro il quale ci è data l’opportunità di conoscere Cristo, di sperimentare il suo amore per noi, in modo che le nostre scelte siano a poco a poco conformi al suo pensiero e al suo stesso stile di vita.

Come Cristo ci ha amato donandoci tutto se stesso, così, seguendo Lui, anche la nostra vita può diventare un riflesso della sua, assumendo, come orientamento fondamentale, la legge del dono, cioè dell’offerta sacrificale di noi stessi, di un amore, quindi, che non cerca il proprio tornaconto, ma che si regala, anzi si spende, a favore degli altri.

In questo modo il nostro tempo, le attitudini, le capacità professionali e i beni personali diventano una occasione opportuna per imitare Dio, che è amore, cioè dono senza calcoli e senza misura, verso tutti, nessuno escluso. “Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi” ci è stato annunciato.

Ogni pastore, inviato in una Comunità, cerca di rappresentare al vivo l’immagine del Dio di Gesù Cristo con le sue scelte di gratuità e di servizio, spendendo la sua vita mentre edifica con il suo esempio il popolo di Dio. È ciò che ha fatto don Luigi in questa Comunità, nella quale si è impegnato ad amare con uno stile originale, suo proprio, adattandosi al vostro ambiente di vita e alle vostre consuetudini.

Il vangelo ci presenta poi l’episodio nel quale Gesù guarisce, in un giorno di sabato, una donna curva, tenuta inferma da diciotto anni da uno spirito maligno. Si scatena cosi l’ira del capo della sinagoga, perché viene operata una guarigione in giorno di sabato. Gesù difende e promuove la dignità di questa donna, la guarisce proprio in questo giorno santo. Dio viene esaltato e benedetto perché in Gesù la dignità di ogni persona, soprattutto se povera e fragile, viene riconosciuta e promossa.

Penso che don Luigi avrebbe offerto molte considerazioni a partire da questo brano, soprattutto nei confronti di coloro che fanno fatica a intravvedere la gloria di Dio che agisce a salvezza dell’uomo, soprattutto del povero e a operare con misericordia, al di là di ogni pratica formale. Il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato.

Cari fratelli e sorelle, nella nostra morte corporale la vita non ci è tolta, ma trasformata, per la morte redentrice di Cristo saremo risvegliati alla gloria della risurrezione. Ce lo ricorda don Luigi come suo ultimo messaggio, ma anche gli altri tre sacerdoti defunti in queste ultime settimane. Diviene sempre più urgente ripensare la composizione delle nostre parrocchie, chiedendo una stretta presenza e collaborazione le une con le altre, mediante un coinvolgimento attivo dei laici e delle laiche. È ciò che mi aspetto da voi parrocchiani di Mezzegra, in piena unità con Tremezzo e Griante.

Oscar card. Cantoni

condividi su