Ingresso di don Claudio Rossatti

Cari amici, qui riuniti per accogliere il vostro nuovo pastore,

sono lieto di potervi presentare il vostro nuovo parroco nella persona di don Claudio Rossatti.

Ha accolto con immediatezza e con gioia il mio invito a inserirsi come animatore di questa Comunità parrocchiale, fino a poche settimane fa coordinata da don Battista Rinaldi, ora collaboratore nel santuario di Tirano, e che ringrazio sinceramente per il suo impegno profuso tra voi.

Non siamo fatti in serie. Ciascuno di noi si presenta con caratteristiche personali originali, con doni ed esperienze pastorali diverse e complementari. Così anche il vostro nuovo parroco è tutto da scoprire. Imparerete a poco a poco a conoscerlo e a stimarlo per la sua delicatezza e per lo stile umile e mite che lo caratterizza.

Don Claudio è sacerdote dal 1985 e ha vissuto con generoso impegno il suo significativo ministero pastorale a servizio della nostra Diocesi in varie parrocchie della Valtellina e della Valchiavenna.

Ordinato presbitero, è stato dapprima inviato come vicario parrocchiale a Sondalo e poi a Chiavenna, dove ha vissuto un particolare legame con suor Maria Laura, oggi beata, la religiosa uccisa in odium fidei nell’anno 2000.  Da allora don Claudio riserva per lei una particolare indelebile devozione spirituale, che certamente trasmetterà anche a voi.

Successivamente, don Claudio ha servito il popolo di Dio come parroco dapprima a Rasura, quindi a Cepina e s. Antonio Morignone, poi, nel 2010 a Lanzada e infine dal 2015 ad Aprica (San Pietro e Santa Maria).

Don Claudio si innesta ora in questo vicariato, in piena e cordiale unità e collaborazione con i sacerdoti qui operanti e in parte qui presenti, unitamente ai membri della Comunità francescana di Colda. Nessun sacerdote può vivere e operare come navigatore solitario, ma tutti insieme, sinodalmente, si pongono al servizio del popolo di Dio a partire dalle situazioni storiche, tipiche dell’ambiente e in leale sintonia con il cammino diocesano.

Tuttavia, i sacerdoti da soli non bastano. Tutti i battezzati, uomini e donne, di ogni età e vocazione, sono chiamati a vivere come “discepoli missionari”, responsabili di una comunità cristiana che si sviluppa missionariamente sul territorio proprio a misura del coinvolgimento di tutti.

Ciascuno è chiamato a compiere la propria parte: laici, consacrati e presbiteri, così che la comunità cristiana possa presentarsi come testimone della misericordia di Dio, a servizio di tutte le persone del territorio in cui è inserita, in particolare dei poveri e degli ultimi. Senza trascurare quanti hanno rinunciato a credere e vivono come se Dio non esistesse, oppure quanti non hanno mai trovato risposte alle loro serie domande esistenziali.

Non possiamo nemmeno dimenticare coloro che, cresciuti nella fede da bambini, non hanno in seguito trovato nessuno in grado di offrire loro una versione di fede più adulta e matura. Siamo in un’epoca della storia della Chiesa in cui tutti insieme possiamo unirci nell’ unica missione principale della Chiesa, che è l’evangelizzazione, con la nostra testimonianza personale e comunitaria.

Caro don Claudio, ti auguro di accogliere con semplicità e gioia questa ulteriore missione che la Chiesa oggi ti affida, riconoscendola come una esigente chiamata del Signore. E tu sai bene che, quando il Signore affida una responsabilità a ciascuno di noi, nello stesso tempo, ci concede anche una speciale grazia per affrontarla e poterla sostenere.

Io ti accompagno con affetto di fratello, di amico e di padre, mentre ti seguo con la mia preghiera e chiedo al Signore per te che ti sia donata la sollecitudine pastorale e la vicinanza affettuosa del buon Pastore.

Oscar card. Cantoni

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