Ingresso di don Stefano Arcara

Cari fratelli e sorelle amati dal Signore,

l’ingresso di un nuovo parroco in una parrocchia qualsiasi non è mai un semplice passaggio di consegne, perché la Chiesa non è un apparato burocratico. Questo momento di introduzione del vostro nuovo parroco di Tirano, che stiamo compiendo in questo giorno, in cui don Stefano sostituisce don Paolo, che ancora ringrazio, non è un semplice atto formale, ma un evento di grazia.

Siamo a un livello superiore, perché la Chiesa è una famiglia e per chi ha la fortuna di interpretarla cosi, allora questo è un giorno speciale, preludio di una nuova avventura nello Spirito, che coinvolge tutti, non solo i membri della stessa Comunità, ma che si estende anche a quanti non ne fanno parte, ma che pure vivono nel territorio.

I doni di Dio non sono riservati a pochi, perché per Dio tutti sono figli. Per Dio non esiste la parola ‘lontani”, perché tutti sono amati e preziosi ai suoi occhi, nessuno escluso. Nel cuore di Dio Padre c’ è uno spazio privilegiato e speciale per tutti e per ciascuno, con una attenzione particolare per i più bisognosi nel corpo e nello spirito. Non c è povertà più grande di chi non si sente amato o scartato o messo ai margini!

Con questa consapevolezza nel cuore, possiamo comprendere che la Chiesa è una comunità in cui tutti i battezzati, e non solo quindi i sacerdoti, sono al servizio del mondo, ma più propriamente di ogni uomo, qualunque sia la sua condizione, nel suo ambiente di vita. La dimensione missionaria è parte costitutiva della Chiesa, non per fare del proselitismo, ma perché tutti siano consapevoli che Dio ama ogni uomo e lo serve attraverso i discepoli del suo figlio Gesù. È questa la missione della Chiesa, è questo lo stile che deve caratterizzare ogni realtà parrocchiale, quindi anche la vostra.

Caro don Stefano, che stai per assumere la paternità di questa nuova famiglia che il Signore ti affida attraverso la nostra Chiesa: qui già ti è detto con chiarezza e senza mezzi termini lo stile pastorale che dovrai assumere e con cui dovrai operare, educando anche i tuoi parrocchiani a condividere questo nostro modo di vivere e di operare, che vige nella Chiesa, quale famiglia dei figli di Dio.

Le chiavi che ti ho consegnato sono un simbolo molto illuminante. Non certo da interpretare come un segno di potere o di possesso, ma un caldo invito a considerare i cristiani non rinchiusi dentro uno spazio ristretto, quasi che la Chiesa fosse una cittadella al sicuro, che si guarda e si difende dal Mondo. Essa invece si apre con umiltà e spirito di generoso servizio a tutta la società, non alla ricerca di privilegi, ma disposta a giocarsi anch’essa per il bene di ciascuno e di tutta la società.

Il cambio di un parroco è dunque una ventata di giovinezza, una occasione aurea per un rinnovamento pastorale, perché permette di riprendere con rinnovata freschezza la vita ecclesiale, aiutando i cristiani a sentirsi ancorati e corresponsabili in un territorio, con la loro presenza significativa, a beneficio del progresso di tutti e vivere così autenticamente la vocazione cristiana, che guarda con simpatia e fiducia tutti gli uomini, in una accoglienza cordiale e generosa, in piena solidarietà.

E’ impossibile, poi, pensare a Tirano senza riferirsi immediatamente al suo celebre storico santuario, “centro spirituale della Valtellina”. Esso non è però un museo semplicemente da conservare o da abbellire, ma una casa aperta, una clinica dello Spirito, dove Maria, che è madre universale, accoglie tutti i suoi figli e se ne prende cura. Al beato Mario Omodei, apparendogli nel lontano 29 settembre 1504, Ella ha promesso: “Bene avrai!”. Cioè, io ti sarò vicino perché tu possa seguire gli insegnamenti di mio Figlio, così che ciò che tu ricevi dalle mie mani, come mio dono, diventi un bene di cui tutti possano godere. Maria rivolge anche a te oggi, caro don Stefano, questa stessa promessa, che Ella sicuramente realizzerà, ma attraverso di te, ossia attraverso queste dimensioni che ti ho appena descritto.

Io ti accompagno con cuore di padre e di fratello e ti auguro ogni benedizione del Signore.

+ Vescovo Oscar

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