Fino Mornasco, sabato 18 novembre 2023

Ingresso di don Teresio Barbaro

Le parole del Vescovo

Cari fedeli di Fino Mornasco, di Andrate e di Socco,

sono qui tra voi per presentarvi il vostro nuovo parroco, don Teresio Barbaro, che ha lasciato da pochi giorni la parrocchia di Cavallasca, da lui animata per dodici anni, accogliendo con gioia ed entusiasmo il nuovo incarico pastorale che la Chiesa gli ha proposto.

Egli succede a don Giuseppe Negri, che ha accompagnato questa comunità dal 2015 allo scorso settembre e che ringrazio vivamente per il suo fervore apostolico.

Ora gli subentra don Teresio. Per l’esperienza acquisita nelle precedenti parrocchie, per gli incarichi diocesani e alla CEI, mantenuti per diversi anni, per gli studi universitari, che hanno arricchito la sua formazione, egli è oggi posto nelle condizioni più favorevoli per offrire il meglio di sé, mettendo a vostra disposizione la ricchezza delle molteplici conoscenze pastorali dal lui acquisite.

Quindi considerate la presenza tra voi di don Teresio come un autentico grande dono del Signore, che non abbandona il suo gregge, ma lo nutre e lo cura, affidandolo alle mani di pastori saggi e sapienti.

Oggi la cura pastorale esige dai sacerdoti non poche fatiche e una disponibilità grande, a tutto campo, che pure richiederanno sapienti interventi, ma anche salutari rinunce, per sottolineare e preferire ciò che è veramente essenziale alla evangelizzazione.

Il prete oggi non può più essere considerato come “il tutto fare” della parrocchia. Egli non possiede l’insieme dei carismi, ma piuttosto è il promotore e il coordinatore dei diversi ministeri, la più parte affidati alla responsabilità dei laici e delle laiche, in un clima sempre più sinodale, dove tutti i battezzati sono coinvolti nelle comuni responsabilità di annunciare il vangelo testimoniando la misericordia di Dio, che è la più grande di tutte le virtù (EG 37).

L’insistenza sulla sinodalità, che oggi la Chiesa italiana auspica e propone come scelta comune, è veramente un segno messianico all’interno della nostra società sempre più frammentata, dove spesso regna individualismo e disinteresse per gli altri. Quindi la sinodalità è da parte nostra una concreta e salutare risposta al cambiamento d’epoca che stiamo vivendo.

Vi auguro che sappiate, con l’aiuto e lo stimolo di d. Teresio, creare le condizioni essenziali per una Comunità in cui è possibile vivere una autentica esperienza di fraternità, dal momento che oggi la gente ne avverte l’estremo e urgente bisogno.

Oggi, infatti, le persone che si rivolgono alle Comunità cristiane nutrono la speranza di potersi sentire accolte così come sono, incondizionatamente, possano con confidenza parlare della loro vita, dei tempi lieti e di quelli sofferti, tenendo conto che molto spesso non sanno condividere la propria esperienza di vita e ancor meno collegarla alla fede.

Questa parrocchia ha subito in questi anni un notevole cambiamento e l’ambiente, come dappertutto, si è alquanto scristianizzato, nonostante la presenza di varie e significative proposte di fede e di carità che la parrocchia continua ad offrire.

È l’occasione più opportuna per iniziare decisamente una pastorale missionaria, che si apra a tutti e che non sia rinchiusa esclusivamente nel recinto di quanti abitualmente frequentano la Comunità.

Tutti gli uomini, infatti, in quanto figli amati da Dio, dono e privilegio di cui spesso non avvertono l’importanza, hanno diritto di conoscere il vangelo e di sperimentare la gioia della fede, che la comunità cristiana è chiamata ad annunciare e a testimoniare.

Un augurio vorrei, infine, rivolgere a te, caro don Teresio.

Lo attingo da uno scritto di s. Francesco, che questa settimana ha spiritualmente ispirato i vescovi italiani riuniti in assemblea ad Assisi.

Egli invita i suoi frati a mostrarsi sempre lieti “per sollevare il cuore degli uomini e condurli alla gioia spirituale” (FF 1779), in un orizzonte, però, di grande umiltà.

Le nostre progettualità pastorali non possono, infatti, prescindere dalla consapevolezza che il segno della autenticità non può essere l’efficacia e il successo, secondo obiettivi alla fine solo umani, ma la capacità di accettare le frequenti resistenze alla grazia di Dio da parte di molti e insieme saper condividere da vicino, con semplicità, le tante croci degli uomini.

Con questa consapevolezza nel cuore sarai davvero sapiente, di quella Sapienza che “pur rimanendo in sé stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti” (Sap 7, 27).

Oscar card. Cantoni, vescovo

 

Ingresso don Teresio Barbaro a FINO MORNASCO

 

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