LUNEDÌ PRIMA SETTIMANA DI QUARESIMA

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, doman-
dò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Ri-
sposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o
qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose
Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico:
tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scio-
glierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

PREGHIERA
Signore Gesù, Figlio di Dio venuto per salvarci:
Quando il nostro passo di discepoli si fa lento,
vieni accanto a noi e ridacci il ritmo del cammino.
Quando i nostri occhi ti immaginano diverso da quello che sei,
vieni e mostraci il tuo vero volto.
Quando pensiamo che per seguirti non dobbiamo perdere nulla,
vieni e mostraci la logica dell’amore che sta dietro la tua croce.
Amen.

PENSIERO
Carissimi, vi scrivo per ringraziarvi che mi volete bene, che seguite
con interesse la mia presenza nella Cina continentale, che pregate
per me e che non mi fate mancare il vostro sostegno.
Il mio rientro a Guangzhou [dopo un periodo di vacanza in Italia]
è stato come ritornare a casa. Sono contento di essere entrato un
po’ nella vita di questa gente e soprattutto che loro sono entrati
nella mia vita.
Da più di sei anni vivo in una casa-famiglia abitata da sei persone
con disabilità mentale. Il quartiere alla periferia di Guangzhou
dove è collocata la casa che mi ospita è ben differente dal mio
paese sul lago di Como. Ma essere qui con queste persone sempli-
ci è un’esperienza preziosa. Ogni giorno ringrazio Dio di questa
chiamata, dell’occasione che mi è data di crescere come uomo e
come cristiano. La “mamma” (una donna che ha lasciato i figli al
lontano villaggio per venire a lavorare in città) mi è di esempio per
la pazienza e l’amore con cui tratta i nostri ragazzi, per il senso di
risparmio nelle spese ridotte al necessario. Sempre sorridente, ac-
coglie con cordialità tutti coloro che vengono a trovarci. Anch’io
riesco a dare un piccolo aiuto all’andamento della casa. Piccole
cose che cerco di fare con amore: uscire assieme la sera per un
giro nel quartiere con i ragazzi, qualche volta portarli fuori a man-
giare, giocare con loro in casa quando fuori piove, dare una mano
nella pulizia della casa…
Le gioie compensano i disturbi che come in tutte le famiglie non
mancano. È la gioia di lavare i piedi degli altri (Gv 13,17), è la gioia
di stare a tavola con chi non ha la possibilità di ricambiare (Lc
14,12-14), è la gioia di sapere che tutto ciò che viene fatto a coloro
che spesso sono visti come un peso per la società è fatto a Gesù
stesso (Mt 25,40).
Padre Mario Marazzi, missionario del P.I.M.E. Anno 2010

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