Memoria di San Luigi Guanella

Festeggiamo insieme, una volta ancora, il nostro Don Guanella, un santo della carità. Egli appartiene a tutti noi, ci è familiare, è un frutto della nostra tradizione ecclesiale, è intimo ispiratore della nostra vita personale e comunitaria. Ma noi quanto gli rassomigliamo?

A questo servono i Santi: non solo perché intercedano a nostro favore, ma perché, avvalendoci del loro esempio, li sappiamo custodire nella memoria del cuore e diveniamo capaci di imitarli. La loro vita è una traduzione immediata della Parola di Dio, il loro esempio è un riflesso della volontà di Dio, generosamente incarnata dentro la loro storia personale.

Dobbiamo ammettere, con profonda umiltà, che per noi esiste ancora un distacco tra l’accoglienza dottrinale della Parola di Dio nella sua limpida verità e bellezza, e la effettiva applicazione nella nostra vita quotidiana, quella più autentica, perché ordinaria e abituale.

Ascoltando la Parola di Dio può essere che giungiamo ad affermare dentro di noi che l’annuncio proclamato è qualcosa di risaputo. Ma se siamo onesti con noi stessi avvertiamo la nostra lontananza, per non dire estraneità, dai testi della Parola di nuovo ascoltati. In questo però consiste il principio della nostra conversione, a cui ci richiamano tutti i santi e in particolare don Guanella, che oggi solennemente festeggiamo. Abbiamo la possibilità di passare da una conoscenza nozionale della parola di Dio a una conoscenza esistenziale, fino a sperimentare dal di dentro che quanto Dio ci chiede produce in noi gioia, pace, consolazione, desiderio di vita nuova, amore intenso verso Dio e verso gli altri.

Il Signore Gesù ci invita, proprio perché suoi discepoli, ad amarci gli uni gli altri, un compito molto impegnativo perché richiede la rinuncia a noi stessi, che è la nostra battaglia più dura. Eppure in questo impegno nella imitazione di Dio, che è amore senza calcoli e misura nei confronti di tutti, consiste la nostra gioia, la nostra realizzazione, cioè il conseguire la perfezione dell’amore.

Il nostro servizio al prossimo non può quindi limitarsi a pura filantropia. Sarebbe troppo restrittivo, anche se sono in molti ad esercitarla con generosità. C’è un “di più” per il discepolo di Cristo. La nostra perfezione consiste nell’esercizio della carità divina, nella quale don Guanella si è donato nel corso della sua esistenza e a cui oggi Egli tutti richiama.

“La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità”.

Chiediamo allo Spirito santo, che ci faccia gustare questo stile di vita e ci doni anche la forza di compierlo, a imitazione del nostro amato don Guanella, divenuto perfetto nel compimento della carità verso tutti.

Cominciamo ad amare, comprendere, prenderci cura dei nostri confratelli o consorelle, cioè i più vicini, compresi quelli che facciamo fatica ad amare, fino a raggiungere gli ultimi che Dio ci dona, a livello umano e a livello spirituale, i poveri che sono al centro del cuore stesso di Dio.

Oscar card. Cantoni

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