S. Messa alla Grotta

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Abbiamo ascoltato molte volte la narrazione evangelica delle nozze avvenute a Cana, a cui con Maria sono stati invitati anche Gesù e i suoi discepoli. Vorrei aiutarvi a ripercorrere e gustare quanto abbiamo udito a partire dallo “sguardo” manifestato da Maria, la madre di Gesù, nei confronti dei diversi personaggi a cui ella si è rivolta.

È lo stesso sguardo d ‘amore e di compassione, di bontà e di tenerezza con cui Ella si rivolge anche a noi, oggi, accorsi in questo luogo benedetto dalla sua visita. Maria è la prima tra i convitati al banchetto di nozze ad accorgersi che “non hanno più vino”. Quindi il suo è uno sguardo vigile e attento. È quello di una mamma, che si accorge immediatamente di ciò di cui i figli hanno bisogno, una mamma che “coglie al volo” lo stato d’animo di ciascuno. Vuole evitare, questa buona madre, che gli sposi si sentano sminuiti e umiliati. E ‘ una madre dallo sguardo premuroso, tutta dedita al bene e alla gioia dei suoi figli.

Osiamo immaginare ora con quale sguardo Maria si è rivolta a Gesù, nel quale profondamente confida. Egli, venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto, sa come intervenire a vantaggio di chi è bisognoso di aiuto. Maria si rivolge a lui con una semplice, umile constatazione: “non hanno più vino”. A volte Maria riferisce a Gesù anche nei nostri confronti ciò di cui abbiamo bisogno per vivere come a Lui piace. Non può mancare in noi la gioia della festa, lo slancio creativo per un rinnovato impegno, la forza per portare con amore la nostra croce quotidiana.

Maria si rammarica e soffre interiormente se ci dimentichiamo di Gesù e ci priviamo di lui, il nostro tesoro più grande, e cerchiamo altrove, illudendoci di trovare nei soli beni o nelle diverse evasioni, ciò che ci può appagare per davvero nel profondo. Davanti a Gesù, poi, lo sguardo di Maria si fa supplice, a tal punto da osare chiedere immediatamente ai servi, e senza esitazione, che facciano quello che Gesù indicherà loro.

Anche oggi, qui riuniti in questa celebrazione eucaristica, Maria rivolge a ciascuno di noi il suo invito pressante, come tenera madre, e ci supplica: “Fate quello che vi dirà”. Il Signore oggi, in questo pellegrinaggio, incontrandoci, ci indica una parola che noi dobbiamo fissare nel cuore, per poter vivere a lungo alla luce di questa parola, che ha penetrato e forse ci ha commosso nell’intimo.

È la parola particolarissima, unica e speciale, che Dio rivolge a ciascuno e che vi invito a scoprire e a ricordare. Tornando alle nozze di Cana, ecco che Il maestro di tavola, assaggiata l’acqua diventata vino, si complimenta subito con lo sposo per l’ottima qualità della bevanda. Lo sguardo di Maria, invece, è rivolto direttamente a Gesù, proiettato su di Lui, ed è pieno di gratitudine e di stupore. È la fede di Maria che ha ottenuto da Gesù questa trasformazione, questo segno nuovo con cui egli inaugura i tempi messianici. E come la fede di Maria ha provocato l’inizio dei miracoli di Gesù, così i suoi discepoli, proprio attraverso questo primo segno attraverso cui Egli ha manifestato la sua gloria, cominceranno a credere in lui, ossia a fidarsi e confidare nella potenza del suo amore.

Lasciamoci ora noi stessi raggiungere per qualche istante dallo sguardo tenero e materno di Maria e chiediamo che Ella parli di noi al suo Figlio, ora che viene sulla mensa eucaristica.

Oscar Card. Cantoni

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